Sita a sud dell’isola di Creta, la regione della Messarà si trova in una posizione centrale all’interno delle rotte marittime di collegamento del Mediterraneo, dell’Africa e dell’Egeo. Essa è dotata di località costiere che stiamo conoscendo pian piano e che sono state fondamentali per il suo sviluppo economico e culturale.
Stavolta è il turno della città di Lasèa, citata negli Atti degli Apostoli poiché nella vicina Kaloi Limenes nel 61 d.C. sbarcò San Paolo (Fig. 1).
La località, identificata dal capitano Spratt agli inizi del XIX sec. non è stata mai oggetto di scavi sistematici (Fig. 2). Il sito è stato, tuttavia, indagato attraverso una ricognizione negli anni Settanta, grazie alla quale sappiamo molte più informazioni circa la presenza di edifici, resti di costruzioni e di ceramica riconducibile a diverse epoche storiche.
La città sorgeva su un promontorio della costa meridionale della Messarà sito tra Matala e Lebena. L’insediamento si presenta articolato su terrazze digradanti verso il mare, di fronte al quale si trova l’isolotto di Trafos, collegato alla costa da una struttura in pietre, nota come Palaios Molos, ossia ‘molo vecchio’, che costituisce parte dell’antico bacino portuale di Lasèa (Fig. 3).
Le evidenze archeologiche ci aiutano a ricostruire la lunga storia insediativa di Lasèa, che ha origine in età minoica, alla quale risalgono alcune tombe a tholos e un piccolo insediamento, e perdura fino al periodo medievale e moderno, così come testimoniato dalla presenza di una chiesa absidata e dalle tracce di occupazione rinvenute presso l’isola di Trafos. Maggiori indicatori materiali e strutturali, tra cui il basamento di un tempio, setti murari pertinenti a grandi edifici, aree sepolcrali e i resti di un acquedotto, utile a garantire l’approvvigionamento idrico agli abitanti, ci aiutano a comprendere la struttura della città greca, romana e tardoantica (Fig. 4).
La città, difatti, svolse un ruolo determinante, in quanto parte del sistema portuale di Gortina, centro propulsore della Messarà romana e dal 67 a.C. capitale della provincia di Creta e Cirenaica. Grazie alle relazioni commerciali intessute da Gortina, Lasèa visse il proprio periodo di massimo splendore tra il V e il VI secolo d.C., periodo al quale si collega nel sito la presenza di ceramica sigillata africana e focese. Già dal VII sec., tuttavia, l’assenza di indicatori materiali suggerisce l’inizio di una fase di declino del sito; tracce di una rioccupazione si riscontrano sull’isola di Trafos, che funzionò come rifugio per gli abitanti di Creta durante le persecuzioni ottomane (Fig. 5).
Colette Manciero
Bibliografia
Roussos K., “Port and Harbour Networks in Crete during Late Antiquity (4th– mid. 7th c. AD): A Modern Approach”, in Journal of Greek Archaeology, 6 (2021), pp. 328-357.
Watrous V. – Hadzi-Vallianou D. – Blitzer H., The Plain of Phaistos. Cycles of Social Complexity in the Mesara Region of Crete, Los Angeles 2004.