«Ho sentito che l’Inghilterra sta fondando in Atene una specie d’Istituto per gli studi ellenici, come lo hanno la Grecia, la Francia e gli S. U. d’America? Tutti meno l’Italia! E di ciò si parla molto qui in Grecia»
Halbherr a Comparetti, Thera, 10/09/1883 (Fondo Comparetti)
Nel 1883, durante il suo primo soggiorno in Grecia, con queste parole Federico Halbherr esprimeva il suo disappunto rivolgendosi allo stimato maestro, Domenico Comparetti, che lo aveva invogliato e finanziato affinché perfezionasse i suoi studi in terra ellenica.
Il giovane Halbherr, dunque, ancor prima di aver raggiunto Creta (vi approdò soltanto nell’estate dell’anno successivo) e di aver scoperto la più grande iscrizione greca mai rinvenuta, dando così inizio a una straordinaria e duratura stagione di ricerche, sentiva già con forza la necessità di rimediare al ritardo che l’Italia aveva maturato rispetto alle altre Nazioni, nella scelta di fondare un istituto archeologico ad Atene.
Al tempo, infatti, sebbene i giovani studiosi che frequentavano la Scuola Italiana d’Archeologia a Roma erano tenuti a svolgere un soggiorno in Grecia, l’assenza di un istituto italiano ad Atene costringeva loro a richiedere ospitalità ad altre scuole straniere.
Negli anni successivi, Halbherr si dedicò alacremente al reperimento dei fondi necessari (sempre troppo scarsi!) allo svolgimento delle ricerche italiane a Creta, la cui prosecuzione deve moltissimo al supporto (anche economico) fornito dal maestro Comparetti e dall’allora Presidente della suddetta scuola romana, il noto archeologo preistorico Luigi Pigorini (Fig. 1). Questi ultimi, infatti, anche grazie ai loro rapporti con la politica italiana dell’epoca (Comparetti fu Senatore della Repubblica dal 1891), nel 1899 riuscirono nell’intento di istituire formalmente una Missione Italiana a Creta, sotto l’egida della Scuola Italiana d’Archeologia di Roma.
Un simile traguardo non poté che rappresentare una svolta decisiva per l’archeologia italiana all’estero, ravvivando concretamente il desiderio e la necessità di fondare un istituto italiano nella capitale ellenica, come apprendiamo dalle parole di Pigorini:
«La mia idea fissa di oggi è quella di vedere impiantare in Atene una sezione della Scuola Archeologica Italiana da Lei, che dovrebbe naturalmente esserne il capo».
Pigorini ad Halbherr, Roma, 22/05/1901 (Agiati)
Nelle idee di Pigorini, dunque, la Scuola di Atene sarebbe dovuta essere una “succursale” dell’esistente istituto romano da lui diretto, mentre Halbherr e Comparetti immaginavano la fondazione di una scuola indipendente. Tale differenza di vedute non ebbe ripercussioni fintantoché Pigorini rimase Presidente della Scuola Italiana d’Archeologia a Roma. Tuttavia, nel 1905, in seguito al rifiuto di Halbherr di succedergli alla Presidenza, si aprirono le porte dello scontro: da un lato Halbherr e Comparetti che appoggiavano la fondazione di una scuola ateniese autonoma, dall’altro Pigorini, De Ruggiero (nuovo Presidente della Scuola romana) e quanti ritenevano inopportuno investire fondi e competenze in Grecia quando moltissimo lavoro vi era da fare in Italia.
La soluzione fu raggiunta nel 1907 con la visita di Stato del Re Vittorio Emanuele III ad Atene. Il Re, infatti, non ritenne opportuno che l’Italia ancora non avesse una sua scuola in Grecia, mentre anche il più giovane degli altri istituti stranieri vantava un’anzianità di quasi dieci anni: la fondazione dell’istituto austriaco, infatti, risaliva al 1898 – per non parlare di quello francese (1846), tedesco (1876), americano (1882) e inglese (1886).
Fu così che, il 9 maggio 1909, il Re firmò il decreto che sanciva l’istituzione della “Regia Scuola Archeologica Italiana di Atene”, inaugurata ufficialmente nell’aprile dell’anno successivo (Fig. 2 e 3). Contrariamente a quanto aveva suggerito Pigorini, fu Luigi Pernier, da tempo impegnato negli scavi sull’isola di Creta, ad esserne nominato Direttore, mentre Federico Halbherr rimase in capo alla Missione Italiana cretese, ora finanziata direttamente dal Ministero degli Esteri e non più legata alla scuola romana.
Infatti, per ironia della sorte (che anche in questo caso può dirsi beffarda!) e per cause ancora non del tutto chiare, la Missione cretese non rientrò tra le attività di ricerca della neonata scuola, nonostante le volontà e i protagonisti delle due esperienze fossero i medesimi.
Bisognerà aspettare la fine della II Guerra Mondiale perché la “Scuola Archeologica Italiana di Atene”, che intanto perdeva la “veste reale”, si ricongiungesse pienamente con la Missione Italiana a Creta, diventandone la titolare e condividendone gli scopi scientifici ancora oggi (Fig. 4 e 5).
Vi lasciamo con un estratto della Prefazione del primo numero dell’Annuario della “Regia Scuola Archeologica Italiana di Atene” (ASAtene 1, 1914, pp. XV-XVI):
«[…] Coinquilini della Grecia nei mari che bagnano le coste elleniche d’Asia e d’Africa, stretti ad essa da indissolubili legami storici di eterna memoria, pei quali ci sentiamo e siam superbi di sentirci suoi affini e parenti, noi siam venuti con questa scuola ad assiderarci nel grembo stesso dell’augusta madre di quella civiltà di cui fummo eredi e propagatori, intenti a ricercare e a studiare i monumenti della sua storia luminosa, del suo alto pensiero, dell’antico suo genio eccelso e divino, animati da vivi sentimenti di venerazione filiale, di affetto fraterno; e, nell’accomunarsi colle altre scuole simili ed animate dagli stessi sentimenti, la scuola italiana per questo soltanto vuol distinguersi, che essa all’augusta Atene porta e sta a rappresentare l’omaggio e l’ossequio dell’augusta Roma. […]» (Domenico Comparetti).
Claudia Palmieri
Per approfondimenti:
Sorge E. 2010, «Federico Halbherr tra Domenico Comparetti e Luigi Pigorini», B. Maurina – E. Sorge (a cura di), Orsi, Halbherr, Gerola. L’archeologia italiana nel Mediterraneo, Rovereto, pp. 193-197.
Sorge E. 2010, «La nascita della Scuola Archeologica Italiana di Atene», B. Maurina – E. Sorge (a cura di), Orsi, Halbherr, Gerola. L’archeologia italiana nel Mediterraneo, Rovereto, pp. 201-203.
Greco E. 2012, «L’archeologia italiana nel Mediterraneo orientale dalla fine del XIX alla vigilia della II Guerra Mondiale», P. Frascani (a cura di), Nello specchio del mondo: l’immagine dell’Italia nella realtà internazionale, Napoli, pp. 375-387.
Cucuzza N. 2017, «Fra archeologia e politica: lettere di Luigi Pigorini a Federico Halbherr nell’Accademia Roveretana degli Agiati», Annali del Museo Civico di Rovereto 31 (2015), 57-123.