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«E se non ci sono ladri, se non c’è mai la guerra, forse è proprio l’isola che non c’è…»

L’assenza di fortificazioni, gli affreschi pullulanti di motivi floreali, gli abiti raffinati nei dipinti, i cortili dei palazzi hanno contribuito a creare l’immagine di una Creta minoica dove regna la pace. Eppure, l’iconografia fornisce indizi che rivelano quale ruolo dovesse realmente ricoprire l’arte della guerra nell’isola di Creta.

Il rhyton dei lottatori da Haghia Triada (Fig. 1) è un esempio di scultura in pietra di periodo Neopalaziale (Medio Minoico III – Tardo Minoico II, 1750-1450 ca a.C.) che, in quattro fasce, descrive scene di pugilato e della taurocatapsia (salto del toro).

Fig. 1 – Rhyton dei lottatori da Haghia Triada, conservato al Museo di Heraklion (Wikimedia).

Il vaso è costituito da frammenti combacianti: uno fu trovato nell’area del Portico Nord-Ovest, sei tra il grande pilastro rettangolare e la colonna settentrionale, al livello del pavimento, altri nove in un’area del Piazzale Superiore. La distanza tra i rinvenimenti era di 40 m, il dislivello di 4: Federico Halbherr reputava che anche l’orizzonte cronologico fosse diverso, idea definitivamente confutata dai saggi del 1987. I motivi che hanno portato alla dispersione dei frammenti possono essere legati all’attività degli abitanti del Tardo Minoico III, o, secondo Rehak, a una deliberata rottura dei pezzi di prestigio in un rituale di potlach.

Fig. 2 – “Rhyton dei Lottatori” di Hagia Triada. Creta. 1500 a.C. Estratto da Miller S.G., Ancient Greek Athletics, Yale University Press, New-Haven, Londra, 2004 p. 25, fig. 27 © Disegno di R. Santos (da Di Stazio 2012).

Nel primo registro dal basso, è rappresentata una scena di pugilato (Fig. 2). Le figure stanti dei vincitori sono tutte colte nel medesimo atteggiamento: testa inclinata in avanti, braccio destro indietro a toccare con il pugno il fianco, braccio sinistro proteso in avanti, gambe divaricate. Maggiore libertà è riservata alla rappresentazione degli sconfitti: la prima figura è seduta, attutisce la caduta sul terreno con la mano sinistra; la seconda è sulla schiena, come in un capitombolo, con i piedi sollevati. Qualche problema interpretativo è posto dalle mani chiuse a pugno: forse nude o forse con dei guanti; sono visibili il pollice, i polsi assicurati da strisce di cuoio; un’altra ipotesi è che gli atleti indossassero dei braccialetti per proteggere il polso, che si prolungavano in un proteggi-pollice. I personaggi hanno i piedi nudi, il tipico perizoma minoico, i capelli lunghi con riccioli anteriori e una treccia. Tutte le figure portano una collana, un accessorio virile, come mostrano anche i ritrovamenti nelle tombe maschili a Creta e altre rappresentazioni (ad esempio, il Principe dei Gigli: Fig. 3).

Fig. 3 – “Il principe dei gigli”, affresco dal Palazzo di Cnosso (South Wing) (© Heraklion Museum).

Nel registro mediano inferiore la lotta tra pugili avviene in ambiente chiuso: sullo sfondo, tre colonne con capitello scandiscono le scene di lotta. L’abbigliamento differisce dalla scena precedente per due particolari: le calzature a fascia e l’elmo con paranuca e paraguance (Fig. 4). Jürgen Borcharhdt ha distinto tre tipi di elmo: l’elmo “a fasce”, con zanne di cinghiale su un supporto, attestato archeologicamente e dall’iconografia; l’elmo a calotta conica con pomello sulla sommità, anch’esso attestato archeologicamente. Infine, il nostro elmo, definito Haubenhelm, che si caratterizza oltre che per il paraguance e il paranuca, soprattutto per l’apertura in corrispondenza delle orecchie, un particolare che porta a proporre un’origine sumera, alla seconda metà del III millennio a.C.

Fig. 4 – Combattente con elmo, dettaglio dal rhyton dei lottatori (© Ministry of Culture and Sports).

Fig. 5 – Pugile, dettaglio dal rhyton dei lottatori (© Ministry of Culture and Sports).

Nel fregio mediano superiore si conservano le figure di due tori in galoppo con corna ricurve in avanti (Fig. 2). Questo era un motivo iconografico di enorme importanza per il mondo minoico soprattutto nella sua versione che rappresenta “il salto del toro”. In questo fregio, un giovane, sproporzionatamente piccolo rispetto agli animali, volteggia sopra il toro sovrapponendosi in parte alla cornice; il corpo è visto di profilo, le gambe lunghe si curvano, i capelli svolazzano. Queste caratteristiche possono spiegarsi con problemi di esecuzione dovuti alla mancanza di spazio, ma possono anche attribuirsi alla volontà dell’artista di rendere un corpo senza vita. In questo caso, le corna del toro potrebbero aver fatto centro.

Nel fregio superiore hanno luogo scene di lotta, a destra e a sinistra di una colonna con capitello fenestrato (Fig. 2). Gli unici elementi certi sono il vestiario, le calzature, l’elmo con lunghe piume, mentre, sulla sinistra, le due figure di lottatori sono state integrate nel restauro come quelle di due pugili con le braccia incrociate. Una posizione simile a quella testimoniata nel rhyton ricorre su alcune cretule in cui i personaggi sono muniti di spada: una proveniente da Chanià (CMS V, S.1A, 294), una da Gouvalari (CMS V, 643) e una conservata a Berlino (CMS XI, 34). In queste raffigurazioni, i combattenti sembrano trovarsi alla pari, colti nel momento in cui si trafiggono reciprocamente, come avviene, nell’affresco dal Vano 64 del Palazzo di Nestore a Pilo. Purtroppo anche la scena a destra della colonna è molto frammentaria: si intravedono i corpi di due uomini che incedono verso destra.

Scene di combattimento si ritrovano su diversi supporti e con diversi motivi, in questo periodo: Pietro Militello, analizzando le scene di combattimento in età neopalaziale,  sulla base della raccolta operata da Hiller, distingue i seguenti temi: la  lotta a mani nude, definita “incruenta”, attestata oltre che sul rhyton dei lottatori, anche su altri frammenti di vasi di pietra da Cnosso; il duello con spada, attestato prevalentemente su sigillo; lo scontro non tra due individui, ma tra due gruppi, che decora, ad esempio, il cratere d’argento dalla Tomba a Fossa IV di Micene; l’assedio di città, il cui esempio più antico potrebbe essere rappresentato dal cosiddetto Town Mosaic di Cnosso (Fig. 6).

Fig. 6 – “Town Mosaic” da Cnosso (© Heraklion Museum).

Da Thera (Sala B1, edificio B ad Akrotiri: Fig. 7), in particolare proviene un affresco di giovani pugili, il colore dell’incarnato scuro, tipico della rappresentazione per il genere maschile. La loro testa è rasata, ad eccezione di due ciocche lunghe sulla schiena e due più corte sulla fronte, acconciatura che sembra essere associata alla loro giovane età. Sono nudi, indossano solo una particolare cintura e guanti da boxe. Il ragazzo a sinistra porta gioielli (bracciali e collane), indizio di uno status sociale elevato, mentre le braccia dei due avversari si incrociano nella stessa posizione che è stata suggerita per il fregio superiore del rhyton dei lottatori.

Fig. 7 – Scena di pugilato tra due ragazzi, da Akrotiri (Room B1, building B) (Wikipedia).

Come si spiegano queste immagini? Potrebbero alludere a un confronto tra singoli e gruppi per la negoziazione del controllo politico tramite lo scontro ritualizzato, oppure si tratta della rappresentazione del processo di addestramento dei giovani, che trova il suo apice nei riti di passaggio all’età adulta? Il rapporto iconografico con le scene di guerra sarebbe perfettamente spiegabile con la funzione di preparazione alla battaglia che queste prove di iniziazione avrebbero dovuto avere: siamo al cospetto, cioè, di un’élite guerriera.

E allora, forse, Creta non è l’isola che non c’è…

Chiara Mancini

Di seguito il poster sull’argomento a cura di Chiara Mancini e presentato alla mostra “All’alba della scrittura: le prime forme di amministrazione contabile nel mondo egeo” (aprile-giugno 2023, Museo dell’Arte Classica, La Sapienza di Roma).

Download (PDF, 1.22MB)

Riferimenti bibliografici:

Di Stazio G. 2012, «Pygmè et pankration. Sur le port du gant dans l’Antiquité gréco-romaine», Res Antiquitatis 3, 121-146.

Militello P. 2003, «Il Rhytòn dei Lottatori e le scene di combattimento nell’Età del Bronzo Tardo I», Creta Antica 4, pp. 359-401.

Vedi anche:

  • Odysseys: Ministery of Culture and Sports
    • “Rhyton dei pugili”
  • Heraklion Museum
    • “Il principe dei gigli”
    • “Town mosaic

 

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