La Lineare A è una scrittura attestata a Creta per larga parte dell’Età del Bronzo (1850 – 1350 a.C. ca). Questo sistema scrittorio, non ancora decifrato, si basa su due principali tipologie di segni, i sillabogrammi, impiegati per notare le sillabe che costituiscono le parole e i logogrammi, volti invece a descrivere oggetti animati e non. La Lineare A veniva scritta su argilla, pietra, metallo (oro, argento o bronzo), su stucchi o anche dipinta su vasi. Tra i vari oggetti che recano iscrizioni in Lineare A e che saranno illustrati nel corso di questa rubrica particolarmente interessanti sono alcuni vasi realizzati in pietra, datati tra il 1650 e il 1450 a.C. ca e rinvenuti in diverse località di Creta, perlopiù nei pressi di aree cultuali (per menzionare alcuni esempi, si vedano i ritrovamenti del Santuario di Petsophas e la grotta del monte Dikte, nella parte orientale dell’isola, quelli dei siti di Cnosso e Kophinas, al centro di Creta, e i più recenti rinvenimenti di Apoudoulo e Vrysinias, più a ovest). Questi vasi in pietra sono noti come tavole da libagione (fig.1) e attestano delle sequenze di segni che tendono a ripetersi secondo due tipologie (fig.2).
La prima è sempre costituita da una parola introduttiva (a-ta-i-*301-wa-ja), riportata all’inizio dell’iscrizione, e da tre lemmi in chiusura (u-na-ka-na-si, i-pi-na-ma, si-ru-te). La seconda, invece, presenta due parole: la voce ta-na-i-*301-u-ti-nu, seguita dal lemma ja-sa-sa-ra-me. Ci si potrebbe chiedere come sia possibile leggere una scrittura non ancora decifrata. A questo proposito, occorre ricordare che quando i micenei instaurarono il loro potere su Creta, acquisirono molti aspetti della cultura minoica. Tra questi, ne mutuarono il sistema scrittorio, adattandolo al greco. Sebbene non sia possibile stabilire con assoluta certezza se il valore fonetico di alcuni segni resti inalterato nel passaggio tra Lineare A e Lineare B (greco miceneo), gli studiosi hanno tentato di leggere alcuni dei sillabogrammi della Lineare A ponendo a confronto i gruppi di segni in comune tra queste due scritture e applicando ad essi i valori fonetici della Lineare B, già decifrata.
Queste sequenze sono ben più lunghe rispetto a quelle presenti sui documenti di carattere economico-amministrativo e sono state interpretate dagli studiosi come formule rituali, votive o di dedica alle divinità: forse, una di loro era conosciuta proprio con il nome di Asasarame…
Il nostro corrispondente dal passato, la prossima volta, ci parlerà di…
“La scherma nel mondo minoico”
Sebbene il popolo minoico venga raramente associato alla guerra, infatti, i giovani nobili di Creta erano tutt’altro che disabituati al combattimento. Se volete conoscere il volto guerriero dei palazzi minoici, più spesso associati a sgargianti colori e a motivi floreali, non mancate l’appuntamento di martedì prossimo con la rubrica “In diretta dal passato”!
Sara Lopez
Riferimenti bibliografici:
Godart L. 1992, L’invenzione della scrittura: dal Nilo alla Grecia, Milano.
Karetsou A. – Godart L. – Olivier J.-P. 1985, “Inscriptions en Lineare a du sanctuaire de sommet minoen du mont Iouktas”, Kadmos 24, pp. 89-147.
Perna M. 2016, “La scrittura Lineare A”, in Del Freo – Perna (a cura di), Manuale di Epigrafia Micenea. Introduzione allo studio dei testi in Lineare B, Padova, pp. 87-114.