Ogni civiltà si esprime culturalmente attraverso i propri luoghi di sepoltura e le pratiche funerarie ad essi connesse, con le quali sceglie di autorappresentarsi; lo studio delle necropoli, pertanto, rappresenta un momento imprescindibile per la comprensione dell’immaginario religioso, filosofico e culturale del mondo antico.
Nella Creta meridionale, ad esempio, a partire dall’inizio Bronzo Antico (3000 a.C. ca), le comunità cretesi vennero a sviluppare e articolare la loro dimensione escatologica attraverso la creazione di un nuovo modello di sepoltura, destinato a consolidarsi nell’uso con una lunghissima tradizione: le tombe a tholos.
Il loro primo sviluppo si concentra nella Messara, la pianura che si apre nella zona centro meridionale di Creta e dove si trova, come sapete, Festòs: i siti che hanno restituito i casi più caratteristici di tholoi sono Kamilari, Platanos, Lebena e Koumasa (Fig. 1).
Il modello della tomba a tholos è strutturato secondo la caratteristica forma circolare aggettante e semi-ipogea; l’accesso è realizzato perlopiù con blocchi di pietra a disposizione trilitica e l’intera struttura è sostenuta dalla proporzione costante tra lo spessore delle pareti e l’ampiezza della superficie interna (Fig. 2). La ragione del grande impatto architettonico del modello a tholos sta certamente nel fatto che tale costruzione richiedeva un considerevole investimento in termini di tempo e perizia tecnica; le tholoi A e B di Platanos, ad esempio, con un diametro complessivo di circa 18 m e 15 m rispettivamente, rappresentano i modelli dimensionalmente più grandi attestati a Creta (Fig. 3; Fig. 4).
Lo spazio antistante le tholoi è occupato da annessi di tipologia varia: nel caso della tholos B di Platanos è presente un’anticamera rettangolare di piccole dimensioni, mentre a Lebena sono presenti più camere affiancate lateralmente (Fig. 5), alle quali è attribuito un uso cerimoniale.
Il modello di tomba a tholos ospita deposizioni multiple accompagnate da un’ampia varietà di corredi: sono attestati oggetti fittili e in pietra, perlopiù ad uso potorio, figurine, sigilli e amuleti, pugnali in bronzo, monili e diademi in oro (Fig. 6).
A partire dalla loro prima comparsa, all’inizio del III millennio a.C., le tholoi rimarranno presenti e in uso a Creta fino al Tardo Minoico (1600-1100 a.C. ca), per un arco temporale, quindi, di non meno di quindici secoli…
Non è chiaro se furono questi monumenti funerari che poi portarono allo sviluppo anche delle tholoi micenee sul continente, ma di certo fu un modello architettonico longevo almeno quanto quello delle nostre chiese…
Caterina Rinaldi
Riferimenti bibliografici:
Branigan K. 1976, “A new tholos tomb from Kamilari, Crete”, SMEA 17, pp. 167-171.
Branigan K. 1993, Dancing with death. Life and death in southern Crete c. 3000-2000 B. C., Amsterdam.
Girella L. – Caloi I. 2019, Kamilari. Una necropoli di tombe a tholos nella Messarà (Creta), Monografie della Scuola Archeologica Italiana di Atene e delle missioni italiane in Oriente, 29.
Wilson D. 2008, Early prepalatial Crete, in Shelmerdine C. W. (ed.), The Cambridge companion to the Aegean Bronze age, pp. 77-104.
Grazie, breve ma esaustivo e molto utile per avere una prima conoscenza del “mondo” tholos
Ne siamo felici Giuseppe, grazie!