Margherita Guarducci, giovane epigrafista e allieva della Scuola Archeologica Italiana di Atene, si recò in Grecia e a Creta la prima volta nel 1927.
“Unica allieva” di Federico Halbherr, fu tra le prime e poche archeologhe italiane a partecipare alla spedizione di ricerca a Creta e, insieme al suo maestro, a mettere a punto un progetto di studio tanto ambizioso quanto fondamentale per la storia antica dell’isola: il corpus delle iscrizioni greche e latine dal VII a.C. alla tarda antichità.
Negli anni successivi si dedicò intensamente allo studio dell’epigrafia e dell’antichistica, non solo in Italia (Roma), ma anche in Germania, in particolare a Berlino, dove incontrò il filologo Ulrich von Wilamowitz. Trascorse i periodi estivi svolgendo ricerche a Creta (fig. 1), dove prese parte anche agli scavi di Gortina (fig. 2). All’attività sul campo si accompagnavano giorni di lavoro e di confronto per la realizzazione del corpus con il suo maestro, il quale, in una lettera indirizzata all’allora direttore della Scuola Italiana Della Seta, la descrive intenta “a studiare a tutto spiano e lavorare con sua e mia soddisfazione”.
Nell’estate del 1930, tuttavia, Federico Halbherr morì, lasciando incompiuta l’edizione del corpus epigrafico di Creta. Il gravoso compito di studio, revisione e integrazione della documentazione raccolta in decenni di ricerche fu preso in carico dalla Guarducci, la quale, a dorso di mulo, si era già apprestata a verificare, integrare e controllare i taccuini, i calchi e gli apografi di Halbherr con le epigrafi originali, sparse su tutta l’isola, e a rilevare i nuovi rinvenimenti; alla studiosa si deve anche l’edizione critica degli apografi di iscrizioni non più rintracciabili (come quella di Axos). Sarebbe riduttivo parlare dell’opera della Guarducci come di una semplice silloge di testi epigrafici; i commenti e gli apparati critici al testo rendono l’opera un fondamentale strumento di conoscenza dell’archeologia, della topografia, della politica e delle istituzioni pubbliche di Creta antica.
Nel 1931 la studiosa ottenne anche la cattedra di Epigrafia e Antichità Greche presso la Sapienza di Roma. Ma ciò, non ostacolò l’attività di ricerca per la redazione del corpus, che si protrasse per circa due decenni. Così, tra il 1935 e il 1950, furono pubblicate le Inscriptiones Creticae, in quattro volumi, in latino, articolati su base geografica: il primo, relativo alla regione centrale di Creta (fig. 3, Tituli Cretae mediae praeter Gortynios); il secondo, su Creta occidentale (Tituli Cretae occidentalis); il terzo, sulla parte orientale dell’isola (Tituli Cretae orientalis); l’ultimo, interamente dedicato alla città di Gortina (Tituli Gortynii), all’interno del quale si trova anche l’edizione della Grande Legge.
La pubblicazione delle iscrizioni cretesi rappresenta sicuramente un momento cruciale della vita personale e professionale della studiosa, che, nel corso della sua lunga carriera, ha affrontato e trattato con meticolosità ed esemplare senso critico e scientifico tutti i rami dell’antichistica. L’opera, ancora oggi, rappresenta una pietra miliare per tutti gli umanisti che hanno al centro dei propri interessi il mondo antico, Creta, la sua storia e la sua società.
Colette Manciero
Bibliografia
Bandini G., Lettere dall’Egeo: archeologhe italiane tra 1900 e 1950, Firenze 2003;
Di Vita A., “Orsi, Halbherr, Gerola, L’archeologia italiana nel Mediterraneo”, in Maurina B., Sorge E. (a cura di), Orsi, Halbherr, Gerola. L’archeologia italiana nel Mediterraneo. Catalogo della mostra, Rovereto 2010, 61-77;
Guarducci M. (a.c.), Inscriptiones Creticae opera et consilio Friderici Halbherr Collectae, I-IV, Roma 1935-1950;
Lazzarini M. L., “Margherita Guarducci e Creta”, in Livadiotti M. (a cura di), Creta Romana e Protobizantina, I, Padova 2004, XXVII-XXVIII;
Sorge E., “Gnorizete ton Kyrion Friderikon?”, in Atti della Accademia Roveretana degli Agiati, s. VIII, v. 10a, f. 1, 2010, 279-309;
“Bibliografia di Margherita Guarducci”, in Archeologia Classica, v. 25/26 (1973-1974), XI-XXII.